Movember: Un mese per la salute maschile

Il Movember sta per terminare. Ma…che cos’è?

Ogni anno, novembre si trasforma in “Movember”, un movimento globale che sensibilizza e raccoglie fondi per la salute maschile, affrontando temi cruciali come il tumore alla prostata, il cancro ai testicoli, la salute mentale e la prevenzione del suicidio.

Da dove nasce questo movimento? 

Quanto è importante parlare di questi temi? Quali sono i numeri?

Vediamolo insieme!

Indice dei contenuti:

1.La nascita del Movember
1.1 La missione di Movember
2.Movember in Italia: un po’ di numeri
3.Prevenzione: come funziona
3.1. I metodi di screening disponibili
3.2 I limiti dei test
4. Conclusioni

1. La nascita del Movember

Nel 2003 a Melbourne (Australia), due amici, Travis Garone e Luke Slattery, si trovano in un bar a parlare di tendenze e si accorgono che i baffi, che una volta erano molto in voga, erano ormai passati di moda. 

Movember è la contrazione di “mo” (baffi in slang australiano) e “november” (novembre in inglese). I seguaci del movimento sono chiamati i “Mo Bros” (fratelli baffi) e le “Mo Sistas” (sorelle baffi).

Decidono allora di sfidare i loro compagni a farsi crescere i baffi per un mese, con l’intento di riportarli alla ribalta. Questo gesto, che inizialmente nasce come una sfida divertente, diventa rapidamente un’iniziativa seria: nasce così la campagna Movember e, successivamente, la Movember Foundation. L’idea di base era di sensibilizzare sulla salute degli uomini, in particolare sulla prevenzione del cancro alla prostata.

1.1 La missione di Movember

Lo scopo del Movember è quello di raccogliere fondi e diffondere consapevolezza sulla salute maschile per prevenire malattie come il tumore alla prostata e ai testicoli, ma anche problemi di salute mentale come la depressione e il suicidio.

Secondo la Movember Foundation Charity, in media e in tutto il mondo, gli uomini muoiono 6 anni prima delle donne. I problemi di salute mentale colpiscono gli uomini più frequentemente delle donne e i suicidi sono commessi da uomini (510.000 uomini si suicidano ogni anno secondo l’OMS).

Nel 2004, l’entusiasmo del gruppo di partecipanti è tale che la campagna viene ripetuta, ma questa volta con un obiettivo più grande: raccogliere fondi per la ricerca sul cancro alla prostata. Con il supporto della Prostate Cancer Foundation of Australia (PCFA), Movember riesce a donare 54.000 dollari australiani, una cifra mai vista prima. Questo atto segna l’inizio di una crescita esponenziale del movimento, che diventa globale.

Nel corso degli anni, la campagna si espande, ottenendo un successo internazionale.

Movember non solo ha raccolto milioni di dollari, ma ha anche finanziato più di 1.250 progetti di ricerca e prevenzione, trasformando il modo in cui la salute maschile è trattata e portando un’attenzione maggiore su temi come il cancro alla prostata e la salute mentale maschile.

Oggi, grazie a questa fondazione, milioni di uomini in tutto il mondo sono stati sensibilizzati e hanno contribuito a cambiare il volto della medicina preventiva.

2. Movember in Italia: un po’ di numeri

Da anni anche l’Italia abbraccia Movember, con eventi come corse di beneficenza, tornei sportivi e visite urologiche gratuite per promuovere la prevenzione.

Nonostante i progressi, però, gli uomini sono ancora reticenti a sottoporsi a controlli di routine.

Il tumore alla prostata è il cancro più comune tra gli uomini in Italia, rappresentando circa il 20% di tutte le diagnosi di cancro a partire dai 50 anni. Secondo i dati dell’ANSA, nel 2023 sono stati registrati circa 41.100 nuovi casi, con un incremento annuale del 14% negli ultimi tre anni​.

La sopravvivenza a 5 e 10 anni dalla diagnosi è molto alta, e oltre il 60% dei pazienti riesce a sconfiggere la malattia, anche nelle forme più gravi​.

I problemi di salute mentale maschile, invece, sono un tema critico ma spesso trascurato, con un notevole stigma che circonda il benessere emotivo. 

Questo stigma contribuisce a una significativa riluttanza degli uomini nel cercare aiuto per problematiche psicologiche, legata a fattori culturali e sociali. Molti uomini considerano la vulnerabilità e la ricerca di supporto come segni di debolezza, evitando di parlare delle loro difficoltà anche con familiari o amici. Di conseguenza, gli uomini sono meno propensi rispetto alle donne a usufruire dei servizi di salute mentale​.

Questa riluttanza a chiedere aiuto è correlata a statistiche preoccupanti sui suicidi. In Italia, come in molti altri paesi, gli uomini rappresentano la grande maggioranza dei suicidi.

Circa il 78,8% di tutti i decessi per suicidio sono maschili, una tendenza che rispecchia i dati globali​.

3. Prevenzione: come funziona

Ad oggi, i benefici dello screening del tumore della prostata, purtroppo, non sono ancora stati confermati con certezza. La diagnosi precoce non garantisce una riduzione del rischio di mortalità legato a questo tipo di tumore, come dimostrano i risultati contrastanti dei principali studi scientifici internazionali.

Tuttavia, la scelta di sottoporsi a screening rimane un’opzione individuale, soprattutto per chi desidera monitorare la propria salute prostatica.

3.1 I metodi di screening disponibili

Esistono due principali test per individuare eventuali anomalie alla prostata:

  • Esame rettale digitale (DRE): durante questo test, il medico utilizza un dito guantato per valutare dimensione, struttura e consistenza della prostata. Sebbene possa risultare scomodo, è un procedimento indolore.
  • Test del PSA: con un semplice prelievo di sangue, è possibile misurare i livelli dell’antigene prostatico specifico, una proteina prodotta dalla prostata. Tuttavia, il valore di PSA può essere alterato da diverse attività recenti, come rapporti sessuali, esami rettali o esercizi fisici come il ciclismo. Per ottenere risultati affidabili, è consigliato evitare tali attività nei giorni precedenti al test.

3.2 I limiti dei test

Le informazioni riportate sul PSA e sull’esame rettale digitale evidenziano i limiti di entrambi i test come strumenti di screening per il tumore alla prostata:

  • Esame rettale digitale permette di rilevare solo tumori che hanno raggiunto dimensioni palpabili, trascurando quelli più piccoli e potenzialmente meno evidenti.
  • Un livello elevato di PSA nel sangue possa essere un indicatore precoce di tumore alla prostata, è altrettanto influenzabile da condizioni benigne come ipertrofia prostatica, infezioni urinarie o prostatiti. Inoltre, un PSA basso non esclude completamente la possibilità di un tumore, con circa il 10% dei casi di tumore rilevati nonostante livelli normali di PSA.

Un ulteriore problema è la sovradiagnosi: una percentuale significativa di uomini con livelli elevati di PSA (circa il 70%) non presenta effettivamente un tumore, portando ad ansia e trattamenti inutili. Allo stesso tempo, il 90% dei casi con PSA basso escludono il cancro, pur non garantendone l’assenza assoluta.

La decisione di sottoporsi a screening dovrebbe essere presa in collaborazione con il medico, considerando i rischi e i benefici, come indicato da fonti autorevoli come ISSalute e l’AIRC.

Queste organizzazioni suggeriscono che il PSA non sia raccomandato come screening di massa, ma possa essere utile in soggetti a rischio o con sintomi specifici.

4. Conclusioni

Movember è più di un movimento simbolico: è un potente richiamo all’importanza della salute fisica e mentale degli uomini. La campagna ha contribuito a rendere visibili tematiche spesso trascurate, come la prevenzione del tumore alla prostata e ai testicoli, così come il delicato tema della salute mentale e del rischio di suicidio.

In definitiva, Movember non si limita a sensibilizzare: crea una rete globale di sostegno e solidarietà, dimostrando che la salute maschile non è una questione privata, ma un tema sociale. Continuare a parlare, educare e sostenere può fare la differenza, salvando vite e migliorando la qualità di vita di moltissimi uomini.

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